Montecosaro
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Comune di Montecosaro
Montecosaro è un luogo unico, dove storia, arte e natura si fondono armoniosamente, regalando emozioni autentiche a chi lo visita, e gioia in chi vi abita. Situato a pochi chilometri dal mare, dal 2009 è riconosciuto come uno dei Borghi più Belli d’Italia, con un centro storico medievale racchiuso da mura ben conservate. Passeggiando tra i suoi vicoli, si incontrano tesori come la Collegiata di San Lorenzo, con il crocifisso pre-giottesco e l’affresco trecentesco della Madonna del Latte, il Teatro delle Logge, dedicato alla soprano Anita Cerquetti, e la suggestiva Torre Civica.
Il Belvedere del Cassero offre panorami mozzafiato dall’Adriatico fino ai Monti Sibillini, mentre il Museo del Cinema a Pennello celebra la magia del grande schermo. Fuori le mura, ai piedi della valle, sorge Montecosaro Scalo, che vanta la millenaria Chiesa dell’Annunziata e moderni spazi per lo sport e il tempo libero.
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le radici di un borgo millenario
Montecosaro (provincia di Macerata), a 7 km dal mare, si divide fra il Centro Storico, di origine medioevale, collocato su una sommità collinare, racchiuso da una cinta muraria ben conservata e custode di alcuni fra i suoi tesori più preziosi e una seconda parte, molto più recente, cresciuta nel dopoguerra nella sottostante pianura, fra la ferrovia e la strada provinciale che conducono al capoluogo, Macerata.
A qualche passo dall’ingresso del borgo possiamo ammirare la Chiesa di San Rocco, a pianta ottagonale, di architettura quattrocentesca. Ben conservata, anche per merito dei diversi restauri effettuati, il suo interno custodisce in particolare l’affresco attribuito a Simone De Magistris da Caldarola (1576). Proseguendo nella nostra passeggiata entriamo per la Porta San Lorenzo incastonata tra la cinta muraria e Palazzo Marinozzi (ex Palazzo Gatti).
Entrando nel borgo siamo accolti dal Museo del Cinema a Pennello, una collezione privata che raccoglie manufatti e chicche imperdibili del cinema italiano e non solo. Il Museo è una tappa obbligatoria, non solo per gli appassionati di cinema!. Tra i vicoli stretti e suggestivi arriviamo a Piazza Trieste dal respiro ancestrale, il cuore pulsante del borgo. Quì troviamo il Teatro delle Logge, tipico teatro all’italiana di progettazione ottocentesca, oggi intitolato alla cantante lirica, Anita Cerquetti. Alla celebre soprano è stato intitolato anche il prestigioso Concorso Lirico Internazionale, giunto alla sua XVI edizione.
Sopra al Teatro si erge la Torre Civica. Il suono inconfondibile delle sue campane scandisce con precisione lo scorrere delle giornate nel paese. Nel vicolo retrostante il teatro troviamo un grazioso loggiato con davanti la piazzetta terrazzata. Qui si apre un panorama che dai tetti delle case arriva al profilo della catena dei Monti Sibillini, in direzione sud ovest. Di fianco alla piazzetta troviamo la piccola Chiesa delle Anime (1766). La chiesa, ove tuttora si svolgono funzioni religiose, è impreziosita da diversi dipinti. Le ampie vetrate poste in alto, decorate a mosaico, le conferiscono una calda luce naturale che dà risalto a tutta la sua bellezza, particolare e intima.
Ritornando sulla piazza principale, troviamo la Collegiata dedicata a San Lorenzo Martire (santo patrono della cittadina, la cui festa si svolge il 10 Agosto) e alla Madonna Assunta. Riedificata nelle forme attuali nel 1732 sulla preesistente chiesa medievale di Santa Maria di Piazza, ne vede l’aggiunta della sagrestia che si fa risalire al 1766. La chiesa si compone di un’unica navata. ed è arricchita da preziosi reperti recuperati dalla struttura precedente, come l’affresco detto della “Madonna del Latte” datato alla metà del Trecento, posto nel primo altare del lato destro.
Proseguendo in senso inverso lungo la navata di sinistra, ci imbattiamo nel gioiello della Collegiata, il grande crocifisso pre-giottesco trasferito sul finire del ‘400 dall’antica pieve di S. Lorenzo. La figura ieratica del Cristo campeggia trionfante sulla morte, col capo eretto e lo sguardo rivolto ai fedeli, indifferente ai quattro chiodi che gli trafiggono le membra. L’analisi iconografica svela evidenti tracce di stile bizantino, altro motivo che ci spinge ad ascrivere il ligneo manufatto al XIII secolo, se non addirittura al XII.
Al lato destro di Piazza Trieste si apre la scalinata che conduce verso uno degli spazi più suggestivi del borgo: la terrazza. Incastonata fra le chiese, le antiche torri, i palazzi storici, la terrazza si affaccia come la più naturale delle ribalte da cui godere tutta la bellezza che il centro storico offre.
La terrazza delimita la chiesa di Sant’Agostino, al cui interno è custodito il reliquiario della Croce Santa, esempio d’arte bizantina. Lungo la parete di sinistra è collocato un grande organo realizzato dal celeberrimo Gaetano Callido (1792). Altri pregevoli dipinti sono in fase di studio e di attribuzione.
Di fianco sorge il Convento Agostiniano, sede degli uffici comunali. Al suo interno troviamo il Chiostro, con un pozzo centrale adibito in passato alla raccolta delle acque piovane nelle sottostanti cisterne, oggi recuperate per ospitare eventi e laboratori culturali. Sul fianco ovest del palazzo si apre l’Orto dei Frati, l’antico spazio officinale del convento, da cui si gode una magnifica vista. Questo belvedere nel periodo primaverile ed estivo ospita eventi all’aperto. Oltre agli uffici comunali, al pian terreno il complesso agostiniano è sede della Biblioteca Comunale e delle sale espositive dedicate all’arte contemporanea e alla fotografia.
Continuando la nostra passeggiata arriviamo al punto più alto del paese, i Giardini del Cassero, punto panoramico per eccellenza. Una grande varietà di piante e fiori ci accolgono, donando colori e bellezza alle coppie di giovani e giovanissimi che si godono questo angolo di assoluta serenità. I Giardini sono disegnati intorno ad una passeggiata perimetrale contornata da aiuole perfettamente simmetriche, con al centro una fontana ricca di giochi d’acqua e luci. Nel lato nord-est è collocata un’installazione in ferro e inserti in led con lo skyline dei Monti azzurri, ovvero quella parte dei Sibillini che volge verso il mare. Dell’installazione fa parte una cornice sempre in ferro invecchiato che incornicia il paesaggio ed offre ai visitatori un perfetto scorcio per una foto ricordo memorabile in compagnia de il “Viandante sul mare di nebbia”, la cui sagoma si staglia al lato opposto; omaggio che Claudio Cowarte Carloni, autore dell’opera, ha voluto fare a Caspar David Friedrich, ed al luogo in sé, per il panorama che ci viene offerto.
Fuori dalle mura del centro storico possiamo trovare anche un’altra piccola chiesetta ricavata sempre nel settecento da un’edicola votiva, la Chiesa della Madonna di San Domenico.
Uscendo dal centro storico, verso la valle del Chienti incontriamo una serie di murales contemporanei molto interessanti che ci raccontano di un presente vivo e pieno di creatività.
Arrivando a valle troviamo la parte più nuova del paese, che si è sviluppata dopo il secondo dopoguerra. Qui la vita diventa più frenetica ma è anche un luogo a misura di bambino con i suoi numerosi parchi, i nuovi spazi attrezzati per attività nel tempo libero, l'impianto Sportivo Rossini, recentemente ristruttutato, e il nuovissimo Palazzetto dello Sport, dove i giovani posso praticare calcetto, pallavolo, basket, tennis e padel, o sfidarsi in figure acrobatiche con gli skateboard nella pista appositamente realizzata.
Ciò che caratterizza Montecosaro Scalo è la Chiesa di Santa Maria a Piè di Chieti. Comunemente chiamata Chiesa dell’Annunziata, ha una storia millenaria come luogo di preghiera e devozione ed è tuttora meta importante di visite dei pellegrini. Molto sentita e partecipata anche la tradizionale festa del 25 Marzo detta proprio dell’Annunziata, dedicata alla co-patrona di Montecosaro. L’abbazia è circondata da un bellissimo parco e con una pista ciclabile che ne fa un luogo ideale per delle gite fuori porta. L’edificio ha subito vari lavori nel corso dei secoli, ma il più radicale e significativo avvenne nel XII secolo. In questo periodo si intraprese un importante rimaneggiamento che ci ha consegnato le attuali grandi forme dell’abbazia. Altri interventi significativi furono eseguiti nei secoli successivi, soprattutto agli inizi del Quattrocento, quando fu dipinto un ciclo di affreschi con episodi dell’infanzia di Gesù. Tra questi, spicca la figura imponente e ieratica del Cristo Pantocratore, inserito in una “mandorla”.









