Porta San Lorenzo
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Comune di Montecosaro
Porta San Lorenzo è la principale porta d’accesso al borgo di Montecosaro, unica rimasta dopo la demolizione di Porta Santa Lucia alla fine dell’800. Originariamente coronata da merli, la sua struttura duecentesca univa eleganza e sicurezza, con difese passive come la saracinesca in ferro battuto e il portone rinforzato. Nel corso dei secoli, la porta fu trasformata in residenza privata e poi in dimora gesuitica, fino a fondersi con il Palazzo Gatti, oggi sede del Museo del Cinema a Pennello. Un luogo che racconta la storia e l’evoluzione architettonica di uno dei Borghi più Belli d’Italia.
il biglietto da visita della comunità
Da sempre fu la principale delle tre porte d'accesso al borgo, l'unica dalla fine dell'800, in seguito alla demolizione di Porta S. Lucia ubicata a settentrione. La struttura, alquanto complessa, in passato fu trasformata, prima in residenza privata, poi in dimora gesuitica. Risale a questa epoca la perdita del coronamento merlato. A tale riguardo giunge in nostro soccorso un antico disegno, ricavato da un affresco del XVI secolo attribuito a Simone de Magistris e conservato all'interno della vicina Chiesa di S. Rocco.
La principale porta castellana era in effetti il biglietto da visita della comunità e le raffinatezze architettoniche servivano sia ad esaltarne il valore che ad ostentarne il benessere.
Oggi si presenta con fattezze duecentesche. Oltre che elegante, la porta era anche forte e sicura ed in aggiunta alle già descritte difese attive dall'alto, era munita anche delle cosiddette difese passive. La prima consisteva nella saracinesca, pesantissima grata in ferro battuto manovrata dall'alto ed all'occorrenza fatta letteralmente precipitare lungo la sede di
scorrimento; la seconda era invece costituita dal portone, possente manufatto in legno sprangato dall'interno con sbarre di chiusura anch'esse in ferro battuto.
Nel XIX e XX secolo vennero eseguite ulteriori modifiche abitative che fusero Porta S. Lorenzo con l’attiguo palazzo dimora del conte Antonio Gatti (1891-1869), oggi sede del Museo Cinema a Pennello.
(credit: Centro Studi Montecosaresi)





