Teatro delle Logge “Anita Cerquetti”
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Comune di Montecosaro
Un gioiello storico che affonda le sue radici nel Palazzo Pubblico medievale, trasformato in teatro nell’800. Il primo palco fisso risale al 1753, ma fu l’architetto Pietro Augustoni a progettare l’attuale struttura nel 1803, ampliandola e arricchendola con le scenografie di Speridiano Mattei.
Dopo importanti restauri, a partire dal 2003 ospita un’ampia programmazione ricca di spettacoli, incontri pubblici, rassegne e festival dedicati alla musica, alla danza, al teatro di ricerca. Nel 2020, è stato intitolato alla celebre soprano Anita Cerquetti, alla quale è anche dedicato un Festival Internazionale di Lirica, che si svolge con continuità dal 2011. Oggi è luogo scelto da numerosi artisti e compagnie, quale tappa dei propri tour stagionali.
festa popolare
Fu nell’800 che il medioevale Palazzo Pubblico (o Palazzo Vecchio) venne smembrato e trasformato in teatro. Il primo palco fisso risale al 1753 ed era sistemato al primo piano. Qui venivano allestiti degli spettacoli di carnevale fin dagli inizi del ‘700. Fu poi l’architetto Pietro Augustoni che nel 1803 progettò il nuovo teatro facendolo appoggiare alla sede ducale sita poco oltre la torre e ingrandendo così gli angusti spazi del Palazzo. Il pittore e scenografo Speridiano Mattei dipinse i fondali, le volte in cannucciato ed i palchetti in legno del nuovo teatro inaugurato nel 1809. Nel 1874 la struttura subì un radicale restauro elaborato dall’ingnere Ferdinando Laureati che fece costruire i palchetti in muratura così come ci appaiono oggi. Altre migliorie furono apportate agli inizi del 1930 su progetto dell’architetto Eno Pelletti, cui si devono anche le decorazioni con stucchi Sadì.
Con l'ultimo restauro del 2003 vennero ampliati degli spazi e raggiunti risultati strutturalmente e stilisticamente gradevoli con un impianto a ferro di cavallo privo di piccionaia e una platea con tre ordini di palchetti. Nel 2020 il Teatro delle Logge viene intitolato alla grande soprano montecosarese Anita Cerquetti.
La Collegiata di San Lorenzo è lo scrigno del santo patrono del borgo. Riedificata nelle forme attuali nel 1723 nello stesso luogo dove sorgeva la chiesa di Santa Maria in Piazza, nell’occasione fu ampliata occupando in parte l’attiguo Palazzo Cesarini. La sagrestia fu aggiunta nel 1766. Con il rifacimento del pavimento del 1913 sono state coperte le sepolture dei Confratelli della Confraternita della Morte e della Misericordia.
Le decorazioni risalenti al 1944, sono del pittore Vincenzo Monti che per i personaggi dei due affreschi ai lati dell’altare maggiore, utilizzò come modelli alcuni abitanti del luogo.
Di lui anche la tela dietro l’altare maggiore raffigurante la Madonna Assunta (co-patrona), San Lorenzo Martire (patrono) e San Giovanni Evangelista.
Da ammirare il crocifisso ligneo del XIII secolo proveniente dalla vicina pieve San Lorenzo demolita prima del 1490 e raffigurante il Cristo trionfatore sulla morte trafitto da quattro chiodi e l’affresco raffigurante la Madonna del Latte del pittore settempedano Ludovico Urbani, molto venerata dai montecosaresi, che è ciò che resta della precedente trecentesca chiesa.
Pregevole è il coro in noce del 1762 come pure l’organo Fedeli del 1764. In due nicchie laterali le statue di Sant’Antonio Abate e San Vincenzo Ferreri.
L’interno presenta un’unica navata ed è arricchito anche da preziosi reperti recuperati dalla struttura preesistente. Percorrendo la parete di destra incontriamo l’altare della Madonna del Latte che prende il nome da un affresco del ‘300 proveniente appunto dalla primitiva S. Maria in Piazza. Proseguendo in senso inverso lungo la navata di sinistra, ci imbattiamo nel gioiello della Collegiata, il grande crocifisso pre-giottesco trasferito sul finire del ‘400 dall’antica pieve di S. Lorenzo. La figura ieratica del Cristo campeggia trionfante sulla morte, col capo eretto e lo sguardo rivolto ai fedeli, indifferente ai quattro chiodi che gli trafiggono le membra. L’analisi iconografica svela evidenti tracce di stile bizantino, altro motivo che ci spinge ad ascrivere il ligneo manufatto al XIII secolo, se non addirittura al XII. I dipinti dell’abside, del presbiterio e del soffitto sono invece opera del pittore-partigiano Vincenzo Monti (1908-1981), nativo di Pollenza e attivo nella Brigata del comandante Vera.
(fonte: Centro Studi Montecosaresi/Guida Turistica)














