Torre Civica
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La Torre Civica di Montecosaro, simbolo del borgo, fu ricostruita nel 1796 dall’architetto Pietro Augustoni e dal capomastro Marazzi di Civitanova, dopo il rischio di crollo della precedente struttura. Incorporata tra il Palazzo Cesarini e l’ex Palazzo Pubblico, oggi sembra emergere dai tetti del paese.
Nel 1808 furono installati due orologi alla francese, dando origine al celebre detto locale. La torre è legata a un episodio storico del 1568, quando la campana suonò a rivolta, scatenando un tumulto con tragiche conseguenze. Per secoli, ogni sera ha risuonato 13 rintocchi, in memoria dei condannati.
l’orologghio a’la francese, accidenti che paese!
Nonostante varie ristrutturazioni subite nel corso dei secoli, la Torre Civica giunse alla fine del ‘700 in pessime condizioni e ormai prossima al crollo. Venne demolita per ricostruirne una più grande e robusta. Progettazione e realizzazione vennero affidate all’architetto comasco Augustoni e al capomastro Marazzi di Civitanova che la portarono a termine nel 1796 utilizzando
anche una porzione dell’attiguo Palazzo Cesarini. Mentre anticamente la torre costituiva un corpo a sé, agli inizi dell’800 venne costruito anche il nuovo teatro condominiale, rinnovando gli spazi dell’antico Palazzo Pubblico, estesi ed unificati alla vicina sede ducale. Con l’estensione del Palazzo Pubblico, la torre rimase inglobata tra i due palazzi ed oggi sembra spuntare dai tetti stessi. Nel 1808 vennero collocati due orologi alla francese con mostra in pietra bianca di Cingoli. Da questi il detto: “Montecò sta in cima a un monte, piglia l’acqua jiò la fonte, l’orologghio a’la francese, accidenti che paese!”.
In seguito gli orologi vennero rimossi e sostituiti con due più moderni. Quando la campana della vecchia torre nel 1568 venne “suonata ad arma”, in piazza si scatenò un tumulto che portò all’uccisione e defenestrazione dell’uditore e di suo figlio. Una volta sedato e represso duramente, seguirono 13 condanne a morte per impiccagione. Da allora, e fino a pochi anni fa, la nuova campana sul calar della sera ha suonato 13 rintocchi. Un compianto per i promotori della rivolta e/o un monito per la cittadinanza.
Il manufatto è coronato da un cornicione e culmina con cuspide e pesante lantemino in tufo.
(fonte: Centro Studi Montecosaresi/Guida Turistica)






